Sarebbe tanto più facile aprire una finestra sui miei pensieri ed invitarvi a guardare dentro, ma pochi sarebbero in grado di vedere ed occorrerebbe comunque una spiegazione. Quindi tanto vale scriverne e sperare che molti leggano.
Mi sveglio all’improvviso; sono stati ridotti i giri del motore, ha rinforzato il vento. Esco in coperta, le mie mani sono già sulla scotta. Issiamo il Genoa, si spenge il motore: silenzio, acqua, vento.
Di risvegli così ne ho avuti così tanti e tanti ne avrò; il migliore dei risvegli.
Compare Daniele, i capelli ovunque, una merendina in mano e il suo sorriso salato.
Roberto ride.
Paola prepara il caffè.
Mezzogiorno o mezzanotte?
Non importa in mezzo al mare!
Ho usato parole tuonanti e frasi auliche nell’esprimere i miei sentimenti, le ho usate prima di incontrare il mare. Poi la grande acqua ha semplificato il mio sentire e il mio scrivere: thalassa il mare come cura.
Cura dell’orgoglio e del delirio di potenza, cura dell’anima e del sentire, cura dei sogni che possono divenire realtà. Cura.
Con il mare sono così sana che gli altri mi credono malata!
E poesia, poesia pura e semplice senza bisogno di parole difficili e metrica complessa.
Antonio tiene banco e fa ridere tutti. E’ attaccato al timone come un polpo, non lo lascerà per ore.
Enrico finalmente va a dormire; la sua barca è in buone mani!
Paola ha preparato una minestra calda, la mangio avidamente e il mio cuore trabocca di gratitudine; Daniele esce avvolto dal piumone e da bravo cucciolo di mare ne fa una scorpacciata.
Angelo racconta le sue avventure e tutti ridono; poi ci lascia dormire e tutti gli sono grati.
L’amico di Roberto parla del suo mondo di boschi ed è bello. Belli i suoi lupi e le sue volpi.
Il tempo è una convenzione, l’arrivo un punto sulla carta.
Vi voglio bene; GRAZIE.